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Libro 01

Il Cielo avanti a noi
L’acqua scivola lungo la fusoliera del Cessna, brillando sotto il sole del mattino. Il riflesso ondeggia sulle pareti bianche dell’hangar aperto, creando giochi di luce che danzano intorno a noi.
Veronika, con le maniche rimboccate e una spugna in mano, lava via la polvere e il sale accumulati in questi primi dieci voli. Ogni colpo di spugna cancella le tracce visibili del viaggio ma noi sappiamo che niente potrà cancellare quello che ci portiamo dentro.
Io sono accanto al vano del motore aperto, sto controllando che tutto sia in ordine mentre skippy, atterra accanto alle mie gambe mi passa gli attrezzi di cui ho bisogno. La musica pop che fuoriesce dal telefono di Veronika ci spinge a cantare. Le nostre mani si muovono in automatico, il suono degli attrezzi che tintinnano tra le viti allentate, il vento che soffia leggero tra gli hangar. Veronika canta e balla mentre si sposta attorno all’aereo.
È un momento di quiete, eppure la mente non si ferma. È proprio adesso, tra un bullone stretto e una goccia d’acqua che cade lenta sulla lamiera, che i pensieri si fanno spazio.
Abbiamo passato tre giorni a Bonifacio, facendo manutenzione al nostro aereo e preparandoci per le prossime tappe. Ma più di ogni altra cosa, ci siamo soffermati a pensare. Pensare a quello che abbiamo vissuto, alle persone che abbiamo incontrato, ai luoghi che abbiamo sorvolato.
Dieci voli, dieci tappe, dieci storie intrecciate tra il cielo e la terra. Bologna sembra così lontana, eppure è ancora con noi. Lo è Firenze, con la sua luce dorata al tramonto. Siena, con le sue strade che raccontano storie di cavalli e di rivalità secolari. Le Crete Senesi, che abbiamo sorvolato dolcemente cullati dal vento come sospesi sopra un dipinto d’altri tempi. La Corsica, con la sua anima fiera e ribelle, il vento che soffia sulle montagne e il mare che custodisce i segreti dei naufraghi e dei conquistatori.
Quando abbiamo iniziato Sky Wander, sapevamo solo una cosa: volevamo viaggiare. Non sapevamo esattamente come, non avevamo una rotta precisa ma una sola certezza. Il viaggio non è solo una questione di distanza ma di prospettiva. È il modo in cui scegli di guardare il mondo. Abbiamo imparato che il tempo non aspetta nessuno. Che non esiste il momento perfetto per partire, che i sogni lasciati chiusi in un cassetto finiscono per diventare rimpianti.
Abbiamo smesso di aspettare e abbiamo trovato il nostro modo di viaggiare. Ci siamo lasciati trasformare da ciò che abbiamo vissuto. Carlo e Irina ci hanno insegnato che il volo non è solo libertà, ma anche un modo per cambiare il mondo. Isabelle e Laurent ci hanno mostrato che l’identità non è una cosa statica, ma un cammino che si costruisce passo dopo passo. Napoleone, persino lui, ci ha ricordato che un solo individuo può riscrivere la storia. E ora che siamo qui, con le mani sporche di grasso e il sale ancora sulla pelle, sappiamo che questa è solo la prima parte di un viaggio molto più grande.
Veronika si ferma un attimo, appoggiandosi al montante delle ali del Cessna. Mi osserva con un sorriso, come se sapesse esattamente dove stanno andando i miei pensieri. «Sai cosa mi viene in mente?» dice, lasciando scorrere l’acqua tra le dita. «Che se ci fossimo detti ‘non possiamo partire davvero, quindi lasciamo perdere’, tutto questo non sarebbe mai successo.» La guardo, le sorrido. Molti rimandano i propri sogni aspettando il momento giusto. Noi abbiamo smesso di aspettare. L’abbiamo fatto a modo nostro certo. Un modo strano ma comunque valido e unico.
Non sappiamo cosa ci aspetta oltre l’orizzonte, ma sappiamo che ogni decollo è un nuovo inizio, ogni atterraggio è una storia in più da raccontare. E se c’è una cosa che abbiamo capito in questo viaggio, è che l’importante non è arrivare ma continuare a muoversi.
Veronika si volta a guardare il cielo fuori dalla porta aperta dell’hangar. Il vento soffia sollevando un sussurro che sembra davvero un respiro profondo. «Pronti per il prossimo volo?» Sorrido, stringendo l’ultimo bullone. «Sempre.» La Sardegna è davanti a noi.
E oltre ci attendono nuove rotte, nuove storie, nuove domande. Perché ogni viaggio, anche quello più straordinario, comincia sempre con un primo passo.
E il nostro è appena iniziato.