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Storie e Panorami tra Volo e Leggende

VIDEO RIASSUNTO

Diario di Volo

Piombino
Elba

Il viaggio porta i protagonisti attraverso la storia dell’Elba tra luoghi ricchi di memoria. Dalla calda ospitalità della signora Marina alla riflessione sul destino e la vita, il volo e le terre dell’Elba si intrecciano con storie di passione per il volo e di lotta per la libertà.

Punti di interesse sorvolati

    VIDEO RIASSUNTO

    Piombino

    LIRP

    • Equip. – 2
    • Velivoli – 1
    • Passeg. – 0
    • Italia
    • Equipaggio – 2
    • Velivoli – 1
    • Passeggeri – 0
    • Paese – Italia

    Elba

    LIRJ

    • Time – 30 min
    • Dist – 80 KM
    • POI – 9
    • Città – 7
    • Durata – 30 min
    • Percorse – 80 KM
    • POI sorvolati – 9
    • Città sorvolate – 7

    da Piombino all’isola d’Elba

    Un dolce risveglio

    Ci svegliamo al profumo di caffè e biscotti appena sfornati. La signora Marina ci accoglie in cucina con un sorriso caloroso e un vassoio colmo di bontà fatte in casa. È un’immagine che scalda il cuore e che già so rimarrà impressa nella memoria. Mi avvicino, le passo un braccio intorno alle spalle e, con affetto sincero, le dico:

    «Ma tu sei un angelo o cosa?»

    Lei ride schermendosi con un gesto della mano ma il rossore sulle sue guance racconta quanto le faccia piacere il complimento. Seduti a tavola, tra una tazza di caffè e i suoi biscotti buonissimi, ricordiamo a Marina i nostri piani odierni.

    «Oggi si vola verso l’Elba» le dico con entusiasmo. «Un giro che ci porterà sopra i luoghi che non siamo riusciti a vedere ieri. E poi una giornata sull’isola.»

    Il suo sorriso si allarga. «L’Elba è bellissima vista dal cielo. Sarete fortunati a vederla così.»

    Dopo colazione arriva il momento dei saluti. Marina ci stringe in un abbraccio caldo, poi si china verso Skippy che emette un piccolo verso emozionato. Accarezzandole il capo, le sorride con dolcezza. «Anche a te, mia piccola viaggiatrice speciale.»

    Usciamo nel fresco del mattino e ci dirigiamo verso il piccolo campo di volo a due passi. Il Cessna 172 ci attende sotto un cielo che si sta aprendo dopo i giorni di maltempo.

    Mentre mi preparo per il decollo il sole si alza alla nostra sinistra tingendo l’orizzonte di arancio e oro. Sono le otto del mattino e l’aria è fresca, quasi frizzante. Qualche nuvola qua e là ricorda le tempeste recenti ma il peggio sembra passato.

    Accendo il motore. Veronika e Skippy si sistemano; la prima con lo sguardo puntato verso l’orizzonte, la seconda con le orecchie dritte pronta all’avventura.

    «Andiamo» dico con un sorriso.

    Il velivolo prende velocità lungo la pista d’erba. L’abbraccio di Marina si dissolve alle nostre spalle, mentre davanti a noi si apre il cielo e il richiamo dell’avventura.

    Appena decollati indico a Veronika ciò che attira la mia attenzione.

    «Guarda quanto sono grandi quelle pale eoliche vicino alle ciminiere sulla costa. Saranno parte del parco eolico tra Piombino e Follonica. Un contrasto interessante tra vecchio e nuovo.»

    Ogni partenza porta con sé un addio ma anche la promessa di un nuovo inizio. Ogni incontro lascia un segno, ogni viaggio un ricordo da custodire.

    pronti al decollo con la casetta di Marina come sfondo (foto flight simulator 2024)

    Il Tempo di Fermarsi

    Mentre voliamo verso Piombino, per un attimo, non mi concentro sulla rotta. Il mio pensiero torna a Marina. Alle sue parole semplici ma pesanti come sassi lanciati nell’acqua, capaci di creare onde che si allargano dentro di noi.

    «Sai, Vero…» dico, rompendo il silenzio che si era creato mentre le pale eoliche scorrevano alla nostra sinistra. «Carlo e Irina ci hanno insegnato ad andare avanti, a puntare sempre al prossimo volo, alla prossima meta. Ma Marina… Marina ci ha mostrato un’altra cosa.»

    Veronika si gira verso di me, l’aria assorda e pensierosa. «Cosa intendi?»

    «Forse il viaggio non è solo andare avanti» dico, riflettendo a voce alta. «A volte, più che avanzare, serve fermarsi. Ascoltare. Respirare.»

    Lei annuisce lentamente, come se stesse interiorizzando quelle parole. «Intendi come quando si legge un libro? Non puoi solo sfogliare le pagine in fretta per sapere come va a finire. Devi fermarti, rileggere un passaggio, lasciare che ti entri dentro.»

    Sorrido. «Esatto. Marina non ci ha dato risposte. Ci ha dato tempo. Tempo per accettare quello che è successo. Per capire che ogni esperienza ha bisogno di sedimentare prima di poterci cambiare davvero.»

    Veronika rimane in silenzio per qualche istante, poi guarda fuori dal finestrino. «Dovremmo ricordarcelo più spesso» dice infine. «Ogni viaggio lascia un segno ma quel segno diventa davvero parte di noi solo quando gli diamo spazio per esistere.»

    La nostra rotta ci sta già portando avanti ma questa volta con qualcosa in più. Non solo il desiderio di scoprire ma la consapevolezza che ogni viaggio merita di essere ascoltato.

    Arriviamo sopra Piombino e decido che oggi racconterò quel che ricordo a Skippy.

    «Guarda lì» le dico indicandole il centro storico mentre lei si alza appena sul sedile con le orecchie dritte. «Quella è Piombino, una città con radici antiche.»

    «Che tipo di radici?» chiede Veronika seguendo il mio sguardo.

    «Beh, un tempo era un’importante base degli Etruschi» spiego. «Sai che la chiamavano Populonia? Era famosa per le sue fonderie di ferro. Pensa: qui si lavorava il minerale che arrivava dall’Isola d’Elba e si dice che i fuochi delle fornaci fossero visibili anche dall’altra parte del mare.»

    «Non lo sapevo» dice Veronika. «E poi cosa accadde?»

    «Con il tempo il ruolo di Piombino cambiò. Durante il Medioevo divenne un piccolo stato indipendente governato dalla famiglia Appiani che costruì gran parte della città che vediamo ancora oggi. Vedi quella fortezza laggiù? Quella è una delle loro eredità.»

    Sorvoliamo la costa con il mare che si apre davanti a noi come una distesa infinita.

    «Sai poi che…» aggiungo «durante la Seconda Guerra Mondiale Piombino è stata una delle prime città a opporsi ai nazisti. I suoi cittadini hanno combattuto per la libertà e oggi la città è decorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare

    Veronika sorride. «Non mi avevi raccontato nulla di questo quando venimmo qui per imbarcarci.»

    «L’ho letto sul traghetto ma ero più concentrato sulla moto e sul viaggio. Non ci ho pensato a raccontartelo, scusa.»

    Il Cessna continua il suo percorso verso il mare aperto. Il blu intenso ci avvolge e, all’orizzonte, si vede chiaramente la costa dell’Elba.

    «Là, sull’Elba, ci aspettano nuove storie» dico, guardando avanti. «Ma intanto… godiamoci questo momento.»

    Il motore ronza costante mentre ci lasciamo alle spalle Piombino e ci dirigiamo verso l’isola.

    Il viaggio non è solo movimento, è anche pausa. È nel tempo che ci concediamo per fermarci che comprendiamo davvero ciò che il cammino ci ha lasciato.”

    l’isola d’Elba all’orizzonte (foto flight simulator 2024)

    L’Elba Dall’Alto: Ricordi e Storie

    Sorvoliamo il mare e la costa dell’isola si avvicina sempre di più.

    «Quella è Cavo» dico indicando il piccolo porto. «Da quassù sembra quasi un disegno tutto così ordinato e tranquillo.»

    Veronika si sporge appena verso il finestrino con un sorriso nostalgico. «Sai, Skippy, mi ricordo quando ci siamo arrivati in moto per la prima volta. Eravamo stanchi e affamati e quel minuscolo bar sulla spiaggia ci salvò. Cami, ricordi cosa ci disse il proprietario?»

    «Non proprio» rispondo con aria interdetta, quasi scusandomi.

    «Ci disse che Cavo era uno dei primi porti romani dell’isola, uno scalo per il trasporto di ferro e minerali. E che, lassù, c’era una villa con una terrazza affacciata sul mare. Mi sarebbe piaciuto vederla, immagina vivere lì, in un’epoca così lontana.»

    Skippy si alza sulle zampe, osservando attentamente il promontorio.

    «Anche lei è curiosa» commenta Veronika. «Chissà se riconosce qualcosa nel paesaggio!»

    «Forse» rispondo sorridendo. «Io invece ricordo benissimo quella stradina sterrata che portava su in collina. Ci fermammo a scattare foto perché da lì si vedevano la Corsica e Capraia. Ma non la riconosco vista dall’alto.»

    Ogni luogo racchiude storie che il tempo non ha cancellato.

    arrivo sull’isola d’Elba sul porto di Cavo (foto flight simulator 2024)

    Rio Marina: La Terra Rossa dell’Elba

    Passiamo oltre, lasciando Cavo alle spalle, e la costa rossa di Rio Marina si svela sotto di noi.

    «Guarda quelle scogliere» dico. «Brillano al sole, come se trattenessero ancora la memoria del ferro. Secoli di estrazioni hanno dato all’Elba la sua fama. I romani usavano questo minerale per forgiare armi e strumenti.»

    «Esatto» risponde Veronika. «E poi vennero i Medici. Sotto il loro dominio l’attività mineraria raggiunse il culmine. Hai notato come si vedono ancora i segni delle cave? Sono come ferite antiche lasciate sulla terra.» Poi si perde a osservare il porto che da quassù sembra una cartolina.

    «Lì ci siamo fermati a mangiare quel giorno, ricordi? Pesce freschissimo e vino bianco locale.»

    «Ricordo con piacere la passeggiata sul molo» aggiungo. «Ho dei ricordi bellissimi.»

    Mentre le prendo la mano, intreccio le nostre dita.

    Le terre raccontano la loro storia attraverso i segni del tempo. Ogni scogliera, ogni miniera abbandonata è una pagina aperta su un passato che continua a vibrare nel presente.

    Rio Marina vista dal Cessna (foto flight simulator 2024)

    Porto Azzurro: La Baia dei Contrasti

    La vista della baia di Porto Azzurro ci lascia per un attimo in silenzio. Le barche sono ormeggiate come se galleggiassero su un tappeto di cristallo.

    «Porto Azzurro» dico con un sorriso. «Ricordi cosa ci raccontarono sul forte spagnolo?»

    «Sì» risponde Veronika. «Il Forte San Giacomo fu costruito nel Seicento per difendere l’isola dai pirati. Disse che da lì si poteva controllare tutta la baia. Un punto strategico incredibile.»

    «Pensare che oggi quel forte è un carcere crea un contrasto interessante, no? Da baluardo contro i pirati a prigione.»

    Veronika si volta verso di me con gli occhi pieni di ricordi. «Ci sono così tante storie in ogni angolo di quest’isola e sono felice di avere anche tanti nostri ricordi che posso raccontare.»

    «Già. Ora è bello vedere tutto da questa nuova prospettiva» rispondo. «Come se ogni luogo ci stesse svelando un lato diverso di sé.»

    Il Cessna prosegue tranquillo verso Capoliveri, il borgo arroccato sulla collina che ospita alcuni dei ricordi più belli di quel viaggio in moto.

    Ci prepariamo a scoprire come l’isola continuerà a sorprenderci.

    Visto dall’alto Porto Azzurro ci ricorda che passato e presente convivono in un equilibrio sottile.

    sulla costa verso Porto Azzurro (foto flight simulator 2024)

    Capoliveri: Il Borgo tra Storia e Panorami

    Capoliveri si staglia sulla cima della collina, circondato da vigneti e uliveti. Le sue case color pastello sembrano adagiate con cura, e le stradine che si arrampicano verso il cuore del paese disegnano un labirinto di storia e tradizioni.

    Indicando la piazza principale mi lascio andare ai ricordi.

    «Questo, Skippy, è il punto migliore dove abbiamo ammirato il tramonto sull’Elba. Da lì si vedeva il mare, la costa, persino Montecristo e Pianosa

    Sorvoliamo lentamente il borgo, e il ricordo di quel tramonto si intreccia ai tetti colorati, come se il tempo avesse posato qui la sua luce dorata.

    «Sai che Capoliveri ha origini etrusche?» aggiungo. «Il suo nome deriva probabilmente da Caput Liberum, che significa ‘collina sacra a Bacco’. La vite qui non è mai mancata, e i Romani continuarono la tradizione della produzione del vino.»

    Veronika osserva il panorama sotto di noi.

    «Non mi sorprende. I vigneti sono ovunque e anche oggi il vino elbano è famoso, e ricordo bene sia anche buonissimo.»

    «Esatto. Pensa che il vino Aleatico dell’Elba è uno dei più antichi della Toscana. Si dice che Napoleone stesso ne fosse un grande estimatore.»

    Sorvoliamo la piazza dove una volta sostammo per un aperitivo prima del tramonto. Da lì la vista si apre in un panorama stupendo.

    «Ricordi quando ci raccontarono della leggenda di Capoliveri e del suo pozzo d’oro?»

    «Vagamente» risponde Veronika, incuriosita.

    «La leggenda narra di un pozzo nascosto nelle campagne che un tempo custodiva un tesoro. Si dice che gli abitanti lo abbiano sigillato per proteggerlo dai pirati saraceni. Nessuno l’ha mai trovato, ma storie come queste aggiungono un pizzico di magia al luogo.»

    Passiamo sopra i vicoli stretti animati da negozi di artigianato e piccole botteghe.

    «Anche Capoliveri era un importante centro minerario durante il Medioevo» aggiungo. «Non solo ferro, ma anche rame e pirite. I minatori lavoravano nelle gallerie scavate sotto la collina, e alcune di queste sono ancora visitabili oggi. La comunità qui è sempre stata forte e unita. Ogni festa, ogni evento sembrava un modo per celebrare la resilienza di questo borgo.»

    A Capoliveri, il vino, le leggende e le miniere raccontano una terra che non ha mai smesso di resistere e trasformarsi.

    il paesino di Capoliveri (foto flight simulator 2024)

    Verso Lacona: Ricordi e Emozioni

    Lasciamo il borgo lentamente alle spalle, iniziando la discesa verso Lacona. Superiamo il promontorio e il suo verde intenso.

    «Ed eccola, la ‘nostra’ spiaggia, una delle più lunghe dell’isola» dico. «Arrivammo stanchi dal viaggio, piantammo la tenda e andammo in spiaggia che era quasi il tramonto.»

    Veronika sorride. «E mangiammo la pizza in riva al mare, seduti sulla sabbia. Scattammo quella nostra foto che è una delle mie preferite.»

    Il volo continua sereno, un clima completamente diverso da quello dei giorni scorsi avvolge la cabina. I ricordi e la vista di questi luoghi da questa nuova angolazione danno emozioni forti, e Skippy sembra entusiasta di ascoltare i nostri racconti.

    Salgo di quota verso il passo che ci porterà a Portoferraio. Il mare riappare in lontananza dopo il crinale, un segno che l’Elba non smetterà mai di sorprendere chi sa guardarla con occhi curiosi.

    Portoferraio: Il Cuore dell’Elba

    Superato il passo, iniziamo la dolce discesa verso Portoferraio, il capoluogo dell’isola. Le case si arrampicano lungo la collina, abbracciate dalle mura medicee con i loro secoli di storia. Il porto riflette il sole che si abbassa lentamente sull’orizzonte.

    «Qui arrivammo con il traghetto. La nostra moto era piena di bagagli e noi eravamo impazienti di scoprire l’isola.»

    Veronika aggiunge. «Ricordo perfettamente quella giornata. Era estate piena e l’odore del mare si mescolava con il profumo di caffè dei bar lungo il molo. Era un’atmosfera che sembrava fatta apposta per accoglierci.»

    Scendendo di quota, sorvoliamo il porto e il profilo delle Fortezze Medicee si fa più nitido.

    «Skippy, pensa che queste mura furono volute da Cosimo I de’ Medici. Portoferraio era un punto strategico fondamentale per proteggere l’Arcipelago Toscano dalle incursioni dei pirati. Cosimo lo chiamava Cosmopolis, la sua città ideale.»

    Veronika aggiunge. «È incredibile pensare a quanta cura abbiano messo nella sua costruzione. Non era solo una fortezza ma un vero gioiello di architettura militare.»

    «Esatto. Le mura non solo proteggevano ma integravano la città. Forti come il Forte Stella, il Forte Falcone e la Torre della Linguella formavano un sistema difensivo che resiste ancora oggi.»

    Il Cessna plana dolcemente mentre attraversiamo l’ultimo tratto di cielo sopra Portoferraio.

    «Davvero l’anima dell’Elba» dico. «Un luogo che sa accoglierti, proteggerti e raccontarti la sua storia, tutto allo stesso tempo.»

    Lasciamo il porto alle nostre spalle e la costa ci porta verso la parte più alta dell’isola.

    “Portoferraio non è un intreccio di storie e strategie. Le sue mura raccontano di un passato di difesa, mentre le sue acque accolgono chi arriva, rivelando l’anima dell’Elba.”

    Portoferraio visto dal cessna (foto flight simulator 2024)

    L’Elba: Borghi e Panorami fino al Monte Capanne

    Sorvoliamo la costa e Biodola con la sua spiaggia ampia e le acque limpide che sembrano invitarci a tuffarci.

    «Che voglia di tornare a farmi un bagno lì» dico a Veronika indicando la baia sottostante. «Quella, Skippy, è una delle spiagge più famose dell’isola, ma in estate è spesso molto affollata.»

    La rotta ci porta sopra Procchio, un altro gioiello incastonato sulla costa.

    «Questa dovrebbe essere Procchio, dove abbiamo affittato la camera per questa notte. Da qui si vede che è piccola, ma ricordo una storia interessante letta sul sito dove ho prenotato. Si dice che proprio qui, al largo, siano stati trovati i resti di un’antica nave romana. Trasportava anfore piene di vino e olio, risalenti al II secolo a.C.»

    Passiamo poi sopra Marciana Marina con il suo piccolo porto e la torre pisana che domina la scena. Non ricordo molto su questo borgo, così chiedo a Veronika:

    «Hai letto qualcosa di interessante su Marciana Marina?»

    Lei prende la guida e legge:

    «Era uno dei borghi preferiti dagli artisti negli anni ’50. La sua tranquillità e la bellezza del paesaggio attiravano pittori e scrittori da tutta Europa.»

    «Si capisce» rispondo osservando la costa che si tuffa dolcemente nel mare. «Ha un fascino autentico, senza tempo.»

    Proseguiamo e inizio a prendere quota avvicinandomi al Monte Capanne, la vetta più alta dell’Elba, preparandoci a scoprire un panorama che lascia senza parole.

    Monte Capanne: La Vetta dell’Elba

    Dopo la salita, arrivati in corrispondenza della cima più alta dell’isola, a 1019 metri, mi lascio andare a un ricordo:

    «L’ultima volta ci siamo arrivati con la cabinovia.»

    Veronika ride. «Cabinovia? Quei cestini di metallo gialli sembravano appena abbastanza robusti da reggerci.»

    «Un’esperienza intensa… ma che vista da lassù.»

    Questa volta, però, la salita è stata diversa. Il panorama è mozzafiato: sotto di noi si stende l’intera Isola d’Elba, circondata da un mare che brilla come se fosse disseminato di gemme.

    «Guarda a sinistra» dico a Veronika, indicando il pendio scosceso che si tuffa verso Marciana. «Da qui si vedono tutti i borghi che abbiamo sorvolato.»

    Lei annuisce, gli occhi fissi sul panorama.

    «È ancora più splendido di quanto ricordassi. Vedere tutto da qui, così… ti fa sentire piccolo ma in modo bellissimo.»

    Il Monte Capanne si staglia maestoso, le sue rocce sembrano conservare le impronte del vento e le carezze del tempo.

    «Là c’è Lacona» dico, indicando in lontananza. «E oltre, la costa che si perde nel blu.»

    Iniziamo la discesa verso l’aeroporto con la bellezza di questo luogo che ci avvolge, lasciandoci in silenzio, mentre ci prepariamo per l’ultimo tratto del nostro volo sull’Elba.

    Dall’alto del Monte Capanne l’Elba si svela in tutta la sua bellezza. Qui, tra rocce scolpite dal vento e orizzonti infiniti, la grandezza della natura ci ricorda quanto sia preziosa ogni prospettiva.

    la vista dal monte Capanne (foto flight simulator 2024)

    Il Ritorno a Terra

    Durante la discesa dal Monte Capanne, indico un piccolo sentiero che serpeggia tra le rocce verso il mare.

    «È quel percorso di trekking che ci consigliarono, ricordi? Dicevano che portava a una caletta nascosta.»

    «Ricordo» risponde lei. «Non abbiamo mai avuto tempo per esplorarlo, ma forse Skippy sarà vogliosa di farlo oggi.»

    Ci giriamo verso Skippy, che sgrana subito gli occhi, attenta com’è a evitare qualsiasi attività fisica non strettamente necessaria. Scoppiamo a ridere, poi Veronika conclude:

    «Forse è meglio così. Alcuni segreti è bello lasciarli intatti.»

    Scivoliamo dolcemente verso la costa sud-occidentale mentre mi allineo al piccolo aeroporto vicino La Pila, immerso tra il verde della pineta e il blu del mare.

    «Eccolo, il nostro prossimo approdo» dico con un sorriso. «Da qui si conclude questo giro sull’Elba

    Il Cessna si avvicina, il mare e il cielo si riflettono ancora negli occhi di Veronika, mentre Skippy osserva dal suo posto, con le orecchie dritte e lo sguardo attento. Sa che il volo sta per concludersi.

    Le ruote toccano terra con un leggero sobbalzo e il motore ruggisce per un ultimo istante, prima che il velivolo rallenti lungo la pista. La sensazione di essere tornati a terra porta con sé una calma dolce, quasi una promessa che l’avventura non è finita, ma ha solo cambiato ritmo.

    Spengo i motori e un silenzio ovattato ci avvolge. Veronika si slaccia la cintura e si gira verso di me.

    «Sai, non importa da dove la guardiamo: dall’alto, dal mare o dalla terra… l’Elba riesce sempre a sorprendermi.»

    Usciti dal velivolo, una brezza leggera ci accoglie. Scarichiamo i bagagli con calma, pronti per il resto della giornata sull’isola.

    Ma prima, ci fermiamo un istante, guardando il cielo che sembra abbracciare l’Elba. È un momento di pura quiete, il perfetto epilogo di questo volo.

    Ogni viaggio ci trasforma ma è nel momento in cui torniamo a terra che capiamo davvero ciò che abbiamo vissuto.

    Riassunto

    Un nuovo giorno sull’Elba inizia con la partenza dalla casa della signora Marina, che ha accolto i protagonisti con calore e storie di vita passate. Le riflessioni sulle esperienze vissute durante il viaggio si intrecciano con il volo verso l’Elba, una destinazione ricca di storia e di significati. Tra Piombino, Cavo e Rio Marina, il racconto dell’isola prende vita, facendo emergere le radici storiche e culturali del luogo, che si mescolano con il ricordo delle esperienze passate. Il viaggio si conclude con un momento di pace e di quiete, simbolo di un viaggio che non è solo fisico, ma anche spirituale.

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    Il video del volo completo è senza commenti, pensato per offrire il punto di vista del pilota. Puoi saltare tra i capitoli per rivedere dall’alto i luoghi descritti nei diari. È presente solo per completezza: non è necessario per seguire il progetto.